Foto evocativa dei temi della sostenibilità
23/04/2024
Ricerca e innovazione

Politecnico-CNH, quando la sostenibilità significa innovazione e competitività

Essere capaci di risolvere insieme problemi aziendali concreti e creare nuove figure professionali su misura per le esigenze del mondo del lavoro. È quanto racconta l’esperienza della collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente, il Territorio e le Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino e CNH, azienda leader globale nel settore delle macchine e dei servizi dedicati all’agricoltura e alle costruzioni. Un’esperienza che dice molto anche ad altre imprese (non necessariamente solo grandi) e che si basa sulla capacità di fare ricerca applicata e innovazione in totale accordo con le aziende.

A spiegare tutto è Silvia Fiore, professoressa ordinaria presso il DIATI e docente di Economia Circolare, che ricorda: “Abbiamo iniziato a collaborare con CNH nel 2020, con un progetto di ricerca della durata di 1 anno finalizzato alla valutazione quantitativa della Carbon Footprint della gestione dei pezzi di ricambio nei magazzini europei di CNH”. È da questo punto che la collaborazione tra Politecnico e CNH fa un salto di qualità assumendo l’Economia Circolare come elemento strategico. “Il nostro lavoro – prosegue Fiore -, ha evidenziato uno spazio interessante per applicare a livello industriale il remanufacturing, cioè la rigenerazione di componenti ad elevata complessità, che dal fine vita sono riportati alle prestazioni dei componenti nuovi attualmente sul mercato. Il ricondizionamento, invece, è un intervento di riparazione e pulizia che riporta i componenti alle prestazioni originali, dei modelli immessi sul mercato in passato”. Ciò implica per l’azienda forti risparmi in termini economici e di ricadute ambientali, e necessita di un approccio multidisciplinare che impegna figure professionali specializzate in numerosi ambiti dell’ingegneria. Un aspetto sul quale Silvia Fiore insiste: “Il remanufacturing offre alle aziende che producono componenti complessi - ad esempio nell’ambito della meccanica, dell’elettronica, dei sistemi per l’accumulo di energia, un’opportunità di impresa strategica per rendere disponibili i propri componenti sul territorio in cui c’è mercato, che non necessariamente coincide con i luoghi di produzione dei componenti nuovi”. Una scelta importante anche per i clienti, per i quali i componenti rigenerati sono disponibili ad un costo che è può essere pari al 70% rispetto al nuovo, e soprattutto in tempi brevi, con conseguente riduzione del fermo macchina.

Collaborazione per creare più competitività, dunque, e migliorare le prestazioni ambientali dei processi industriali. “La collaborazione con CNH sul tema del remanufacturing – spiega infatti Silvia Fiore – si è concretizzata nel percorso di dottorato di ricerca in Ingegneria Civile e Ambientale di Livia Nastasi, con la supervisione di Fiore e di Giulio Corradetti, responsabile scientifico per CNH. L’obiettivo della ricerca è definire una metodologia che permetta di valutare quantitativamente gli aspetti tecnici, economici e ambientali dell’applicazione del processo di remanufacturing su scala industriale a differenti tipologie di componenti”. Il percorso di dottorato è in parte finanziato da fondi PNRR DM 1061 e prevede che Livia Nastasi svolga 12 mesi di lavoro in CNH nel triennio del suo dottorato. “Abbiamo iniziato – spiega Nastasi – con le centraline elettroniche, che sono componenti di alto valore e molto diffuse nelle macchine agricole e per movimentazione terra e nei veicoli industriali. L’attività è consistita nell’analizzare gli aspetti tecnici ed economici del processo di remanufacturing presso aziende partner di CNH, in alcuni casi piccole aziende. Successivamente è stata elaborata una metodologia che ha condotto alla valutazione della circolarità dei materiali e dell’impronta di Carbonio del processo. Al momento stiamo validando la metodologia sul remanufacturing di altre tipologie di componenti”.

Le centraline oggetto della ricerca
Le centraline oggetto del progetto di ricerca

La collaborazione tra l’Ateneo e l’azienda sta conducendo anche ad altro. A marzo 2024 è stata firmata una lettera di intenti con cui Politecnico di Torino e CNH Industrial Italia S.p.A., si impegnano per i prossimi due anni a collaborare per sostenere lo sviluppo tecnologico del settore agricolo in Italia. Obiettivo dell’accordo, promuovere l’innovazione sostenibile in agricoltura attraverso attività di natura culturale, di formazione e di ricerca.

A settembre 2023 è stato avviato al Politecnico il nuovo corso di laurea magistrale Agritech Engineering, che vede la collaborazione delle aree dell’ingegneria ambientale, ICT (Information & Communication Technologies), industriale e chimica, per formare ingegneri che abbiano una visione sistemica dell’applicazione delle tecnologie alla produzione agricola. CNH sostiene attivamente il nuovo corso di laurea magistrale mettendo a disposizione i propri tecnici per seminari, aprendo i propri laboratori di ricerca ed offrendo l’opportunità di tesi di laurea e tirocini. L’obiettivo è formare nuove figure professionali di ingegneri in grado di essere protagonisti dell’agricoltura 4.0.

Ma qual è il messaggio forte di tutto questo? Livia Nastasi non ha dubbi: “La possibilità di conoscere e lavorare con interlocutori diversi e su temi innovativi e concreti: esattamente ciò che ci vuole per completare la preparazione accademica”. Mentre Silvia Fiore sottolinea: “L’esperienza con CNH fa comprendere molto bene al mondo industriale il valore della collaborazione con la ricerca che è in grado di produrre soluzioni concrete e formare figure professionali adeguate alle esigenze del mondo del lavoro”.